Quell’aria, quella vita, quella sorella

Devo studiare, ma ancora mi gingillo ubriacandomi di caffè e cappuccino.
No, non posso stare in questa casa. L’aria mi opprime, è velenosa come edera e pesante come mattone; mi ammorba il sangue. La presenza di mia sorella, tornata ieri da Milano, la rende ancora più compatta e irrespirabile, e non solo perchè fuma come una ciminiera. Abbiamo avuto una litigata furiosa, che mi rattrista più che farmia arrabbiare, e mi fa desiderare ancora e ancora, di essere qualcun altro e di vivere una vita non mia, tutto pur di evadere da me stessa.

Ci sono momenti in cui il desiderio di essere qualcun altro è irrazionalmente pressante.
Da bambina sognavo di interpretare le vite delle eroine dei romanzi, ora mi sogno la vita vera. Ho scoperto che il sapore della vita vera è più deciso e più buono di quello di carta dei romanzi, e detto da me, l’accanita lettrice, colei che non è mai uscita senza un libro in borsa da quando aveva 12 anni, fa ridere, fa riflettere, e sgomenta, cavolo, sgomenta me stessa.
Ora che l’ho scritto posso visualizzarla bene questa realtà. E’ che io ormai riesco a vivere nei romanzi, ho traslato la mia vita lì dentro in pratica, è la normalità, una normalità di lettere e carta. Quel che non riesco a costruire è una vita concreta. Anche con Odisseo, è tutto platonico e lontano, è fatto di parole e sospiri ma non di carne e saliva. E’ come me, solo parole e solo sospiri, ma la vita è carne, la vita è sangue.
Per questo, al contrario di tanti, sogno vite vere.

Osservare qualcuno e delinearne un’esistenza vera mi riesce facile; e seguire il percorso vitale di qualcuno tramite facebook per esempio; oppure vedere i passi che fa questa persona crescendo, VIVENDO. Quelle sono le mie eroine, anche se non le condivido sempre anche se mi piacciono solo spicchi di loro, quello vorrei essere, non un avventuriera, ma una donna viva.Perciò a volte mi capita di prestare attenzione alla vita di quelle due o tre persone che stimo e ad affezionarmici un po’, di sentire il bisogno di vivere una vita come la loro o di prendere in prestito, leggendo la loro vita come un libro, un po’ della loro concretezza.
Per esempio vivere la vita di una ragazza che riesce a essere amata, che ha un rapporto confidenziale e sanguigno con la sorella, che ama ed è ricambiata nonostante gli screzi.
Il mio rapporto con mia sorella non esiste, o non ci consideriamo o ci urliamo improperi. Lei di certo non è una persona semplice e sono convinta che abbia molti problemi come tutti in famiglia, ma i suoi sono esacerbati da un’affettatezza patetica che la rende acida e falsa.
Ciononostante mi sento corresponsabile di questa situazione di disagio e di mancanza di affetto. Inutile dire che io bene gliene voglio, molto, e vederla abbracciare tutti il giorno della sua laurea, tranne me, mi ha spezzato le coronarie, ma non riusciamo a prenderci proprio, non si può parlare con qualcuno che passa il tempo a insultarti.

Posso quindi solo osservare da lontano le vite belle e piene di affetto fraterno. Io l’ho perso quel treno, ormai, per sempre.
Devo uscire, fa freddo e non so se riesco a  studiare in spiaggia, ma devo allontanarmi da casa.
Qui l’aria è rosicata dalle sue sigarette.
Qui l’aria è appesantita dal suo disprezzo per me.
Qui l’aria è irrespirabile.

8 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. ゚・❤ EleOnora ❤・゚
    Feb 04, 2013 @ 12:12:48

    che peccato… 😦
    ho sempre invidiato chi ha una sorella… perchè nella mia testa avere una sorella significa non essere sola, avere qualcuno con cui confidarsi e parlare…
    ma, io purtroppo non ce l’ho.
    QUindi, non so… ma, spero che tu e tua sorella ritrovate un rapporto sincero …
    un abbraccio tesoro

    Rispondi

  2. Valentina Luberto
    Feb 04, 2013 @ 22:20:20

    Posso abbracciarti io? 🙂

    Rispondi

  3. grimilde79
    Feb 05, 2013 @ 05:07:07

    Ricordati che alcune persone diventano come e più che sorelle.
    I parenti non li scegli…

    Rispondi

  4. Laura
    Feb 06, 2013 @ 17:55:08

    Ciao cara…
    Sono capitata tra le tue pagine arrivando da Quattro EVenti… e ti lascio un piccolo saluto e un grande abbraccio…
    Sai? ho due figlie una laureata di 26 anni e una quasi diplomata di 20… Leggendo il tuo post mi è sembrato di vederle…
    Cane e gatto fino all’ultimo giorno di convivenza… poi la grande è andata a convivdere e l’altra è rimasta a casa con me e mio marito…
    Bè, nei loro rapporti c’è stata una vera e propria rivoluzione copernicana…
    Adesso il martedì Valeria va a mangiare da Valentina e il giovedì Valentina viene da noi…C’è tra loro una complicità che non conoscevo, un affetto che è sempre stato soffocato dalle “prepotenze” della grande sulla piccola…
    E’ bellissimo vederle così amiche e unite… finalmente…
    A te, mia cara, do un affettuoso consiglio… Cerca di amare tua sorella nel modo più disinteressato che conosci… sforzati di pensare a lei con affettuosa carità cristiana… Spesso, il peso di essere i figli maggiori è molto grande, da portare…non lasciare che l’amarezza soffochi il tuo bene… lascialo fluire generosamente… con magnanime larghezza…
    Nessun bene che viene compiuto va sprecato… La gioia di voler bene lenisce ogni ferita, rasserena il cuore…
    Regala un po’ di te a tua sorella… una poesia, un fiore, un pensiero gentile… una sciarpa di lana, un libro una trousse da trucco… Lasciale qualcosa che le dica che l’ami… che curi anche il suo cuore smarrito…
    Ti penserò con affetto,

    Rispondi

    • Calipso la Liberidea
      Feb 06, 2013 @ 18:19:21

      E’ il comento più tenero che abbia ricevuto da quando ho aperto e ti ringrazio molto per aver perso un po’ del tuo tempo a leggerlo e per i tuoi consigli di cui faccio tesoro.
      E’ mia sorella, credo che ci proverò sempre, per quanto faccia male essere così bistrattata. E’ vero: io sorella maggiore sono stata sempre tiranneggiata dagli altri due, non per questo ho mai smesso di sentirmi preoccupata e in difetto nei loro confronti, è una posizione molto complicata.
      Vorrei che mia sorella stesse bene, se so che sta/starà bene può anche continuare a maltrattarmi, il punto è che penso sia il suo disagio a parlare.
      Grazie ancora, in bocca al lupo per le tue figlie e spero di risentirti 😉

      Rispondi

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