Stamattina ho avuto una paura fottuta e mi sono ritrovata in un casino che poteva finire in tragedia. Ma di questo ne parliamo dopo, l’attentato alla mia vita e alla mia vitù è una quisquilia in confronto alla notizia del giorno: mancano 7 giorni all’inconto con Odisseo! Tra una settimana a quest’ora starò sul treno a farmela elegantemente nei pantaloni. Pensatemi.
Devo correre nel narrare della tremenda laurea della cugina di ieri sera, perchè sono in un ritardo atroce non solo per andare dallo sfaciapc a portare il pc, ma anche nel seguire la tabella di marcia delle cose da fare pre e per Odisseo.
Non è stata male la serata al ristorante, ma solo nel senso che mi odiano quasi tutti e al resto di loro, sono completamente indifferente. Mi hanno trattata con freddezza, come se non esistessi, il parente Riccone- la cui figlia s’è laureata ieri, appunto, vi dico solo che c’era lo champagne per brindare, ettolitri di champagne- ha fatto un discorsetto a mio fratello e mia sorella, dicendo loro che se vogliono aiuto e un prestito di chiederglielo. A me, manco m’ha cagata. Mi ha detto solo “in gamba eh” quando l’ho salutato. Intendiamoci, non mi dispiace essere ignorata, il problema è che so che in realtà mi straparlano talmente tanto dietro e tutti insieme, che hanno tutti la stessa blasfema visione di me, cattiva cattiva perchè non vado a trovarli, non mi laureo e non lavoro, e siccome confabulano tutti alle spalle insieme, sono arrivati tutti a costruire un profilo di me odioso che condividono e si sballonzolano alla bene e meglio. Sapete cosa mi dà noia? Non il fatto che mi reputino odiosa, e scema e menefreghista, magari lo sono davvero, non lo so, non sto qui a discutere questo, ma il fatto che non sono riuscita a lasciare un pezzetto di me a nessuno. Se morissi non fregherebbe a molta gente, mio fratello e mia sorella si rattristerebbero ma poi mi scorderebbero, mia madre solo perchè è la madre della morta, non perchè le mancherei, forse Odisseo e a un paio di amiche spiacerebbe davvero, ma non cambierebbe loro la vita. Questo è triste, e denota tutta la mia pochezza come anima fatta persona. Perchè tra loro, questi parenti, sono tutti legati e si vogliono bene (be’ poi si sparlano alle spalle, ma comunque, in qualche malato modo, sono legati), e io vorrei qualcuno che mi volesse davvero davvero bene, se non lascerò dietro di me neanche questa piccola cagatina di impronta, niente vale la pena, no?
Neanche mia cugina coetanea, che tanto fa l’amica, in realtà prova vero affetto per me. Io devo dire che in modo strano le voglio bene, rigetto tutto quello che è e in cui crede, ma le sono affezionata e non passo il tempo con lei annoiandomi troppo, sempre ammesso che il tempo in questione sia relegato a un paio di volte all’anno (!). Ma lei dicevo, è la prima delle mie disfattiste, dopo che le racconto o dico o anche parlo con altri, lei comunque prende quel che dico e lo va a raccontare tutto a sua madre (ce è la Matrona di cui dicevo ieri), e insieme vedono come sistemare quel che dico in una luce negativa da sparaflesciarmi addosso. Dopodichè vanno a dirlo al resto dell’unita e affettuosa famiglia.
Quindi nessuno piangerà troppo il giorno della mia dipartita. Ma forse è meglio: sarò ricordota per aver lasciato poco altro dolore in questo orrido e doloroso mondo.
Sono stata al tavolo con delle mie cugine dai 23 ai 30’anni, compresa questa mia cugina omonima e coetanea accompagnata dal ragazzo che si porta sempre dietro, stile cagnolino sorridente e benpensante e che ha 36 o 37 anni, non ricordo.
Non è stato del tutto spiacevole, abbiamo riso e chiacchierato, con una di loro, poi, ho potuto parlare dei suoi problemi di peso, di come si vergogni a uscire di casa nonostante abbia un ragazzo, non riesce a superare questa cosa e ho cercato di aiutarla per quanto ho potuto e nonostante per me non sia diverso, anzi, è anche più dura, perchè anche se sono più magra (“magra”… che bella parola!) di lei, lei ha il ragazzo che la ama e la sostiene sempre e io ho una mezza cippa fregata, che vuol dire “niente”.
Spero le sia servita un po’ la mia esperienza, spero di esserle stata utile anche se ne dubito, lo spero davvero perchè è una ragazza molto dolce e lo so da dove derivano parte dei suoi problemi, e la capisco, la capisco benissimo.
Per il resto ho sparato qualche battuta, anche se quella che ha avuto più successo l’ho rivolta a una mia cugina che abita vicino casa mia, le ho detto se vuole passare la sera di Pasqua che ci vediamo un film, che sennò per impegni vari non ci vediamo mai, che Pasqua comunque si mangia e stop e siamo tutti qui vicinivicini, che comunque ho voglia di rivedere “Django“, (io lo amo quel film), e siccome ho detto queste cose tutti si sono messi a ridere. Mah.
Pare, mi hanno poi spiegato perchè io sono neofita di tali ragionamenti, che Pasqua non sia fatta per vedere film. Mi è nuova questa regola, seppur di regola ancestrale pare si tratti, presente fin dagli albori del Cristianesimo, in quel del primo secolo dopo Cristo, fa niente che il cinema ha solo un secolo di vita i Cristiani sono avanti. E poi mia cugina omonima-coetanea mi dice che lei non vede film, pochi, s’è vista Twilight e qualche altro, ma poca roba e neanche il suo ragazzo vede film. Mmh.
Allora ho spiegato loro che non possono non vedere i film epici, storici, cult, fondanti della cultura e della vita e gliene ho citatai decine da Casablanca a Donnie Darko, da Stanley Kubrick al Signore degli anelli, da Love story a Tutti insieme appassionatamente, non hanno visto neanche Via col vento o La principessa Sissi o Ritorno al futuro! Insomma: OH MIO DIO ‘CAZZO VIVI, MA COME SI PUò ACCETTARE UNA COSA DEL GENERE, MA VA BENE NON TI VEDERE I FILM CLASSICI MA IL GLADIATORE CAZZO VEDITELO IL GLADIATORE!!!
Scusate.
No, non l’hanno visto il Gladiatore, no. Però di E.T. sanno che è il mostriciattolo della pubblicità della Telecom. Già già. Non hanno visto neanche V per Vendetta! Cioè passi tutto, passi pure E.T., ma come si fa a vivere senza V per Vendetta? Invece, si “vive” e un’altra cosa: se come me credevate che i Mel Brooks-vergini fossero estinti, ricredetevi.
Comunque ora capisco perchè hanno il cervello fregato dalla Chiesa e dalle dinamiche di paese: non vagliano strade alternative, non sviluppano personalità interessanti, per loro il mondo, è solo quell’unica via inculcatagli è il mondo.
Allorchè, anche un pizzico eccitata dalla sfida, lo ammetto, mi sono offerta di organizzare una serata film a casa mia, molto alla mano: faccio i pop corn, arrostisco due pannocchie, un paio di pizze, scelgo un film, invitiamo altri cugini e zim bam boom è fatta! E’ anche un modo per stare insieme, visto che la Matrona mi dice sempre che non mi faccio mai viva! Ecco: ora invece ti organizzo tutto e invece? L’adorata figlia della Matrona, declina, anche a nome dell’illegittimo consorte, che non ha pareri discordanti dai suoi, non può permetterselo anche perchè, come ha tenuto a ribadire più volte mia cugina, non ha ancora un anello da poterci far vedere (o esporre a proprio vanto nella pubblica piazza), non che qualcuno glielo abbia chiesto o si sia posto il problema al tavolo eh, ma lei l’ha ribadito. ?Sto pèovero cristiano deve comprarle presto un anello e sposarla, questo il succo.
Dunque ho detto che avrei scelto film semplici e romantici, e lei s’è piccata (anche!) e ha detto “eh sì, perchè siamo scemi noi, no?!”. Ma cribbio benedetto, se tu mi hai detto che non vedi film, come ti faccio vedere un film impegnato?!
Le ho pazientemente spiegato che quello che intendevo era che qualcuno vuole rilassarsi vedendo film e non impegnarsi, tutto qui. Niente neanche così, entrambi i consorti preferiscono vivere e morire limitati. Dio li fa e poi li accoppia.
Dice, lei, sempre la cugina omonima, che a lei libri e film non danno niente, a lei dà molto e l’aiutano a diventare migliore le attività che fa tipo chiesa e recitine. Buon per lei- ho detto- ma tutti vedono un cazzo di film, che poi leggere buoni libri e quelli che questi ti danno non te lo dà niente al mondo, troppo contorto il ragionamento, non mi ci sono imboscata.
Ora capite perchè io sono certa di esser stata sostituita nella culla, visto la famiglia che mi ritrovo? Insomma come faccio a lasciar loro qualcosa di me, ci provo ma non posso, non vogliono connettersi a me e io sono stanca di dovermi abbassare per connettermi a loro.
Immagino cosa mi avrà detto alle spalle la cugina omonima: che mi sento superiore, che leggo e guardo film perciò non mi laureo e perdo tempo senza fare niente. Lo so, credetemi, lo so che è così. Amen.
E’ stata dura non mangiare, per questa situazione di isolamento e tristezza in cui mi sono trovata. Saranno pure la coppia più noiosa e scontata dell’universo, ma sono una coppia e io non ho mai avuto niente del genere. Anche la cugina del mio tavolo che pesa sui 105 chili, ha un ragazzo è innamorata e felice, e io, zero, niente, nada, nisba, nè amore, nè felicità.
Che poi, saranno grassi, anche mia cugina omonima ha un culone enorme, ma non sono grassi in faccia, sono carini, o a me sembrano tali, io sono orrenda proprio! Come mi ha elegantemente ricordato mia cugina: “Noi sopra siamo fine e magre, abbiamo solo il culone, tu sei grassa sopra e sotto così così”. Forse per questo guardo tutti quei film: non felice, non amata, grassa e orrenda anche se senza culone, isolata da tutti, senza laurea e senza lavoro, che cazzo mi resta se non i film?
E immaginate resistere alla tentazione di abbuffarmi con tutti questi allegri e festosi pensieri in testa! Anche se devo essere sincera: tutto sommato, almeno da questo punto di vista (almeno uno e meno male), me la sono cavata discretamente, credo.
Siccome ieri è morto lo zio di una mia cara amica, per rallegrarla le ho inviato un sms dicendole per filo e per segno cosa ingurgitavo e aiutando così anche me stessa a tenere il controllo. Dunque ho mangiato:
– Antipasto: un po’ di insalata di mare, due forchettate di branzino, una fetta sottile di pesce spada di quelli affumicati con olio e aceto, una fetta di salmone, polpa di granchio mentre ho lasciato il gamberetto impanato che se l’è preso mia cugina omonima, ho lasciato anche il resto del branzino, e un rotolo di seppia rucola mozzarella e prosciutto crudo.
– Primi piatti, due porzioni: risotto in crema di scampi ne ho mangiate 3 forchettate e ho lasciato il resto e lo scampo se l’è preso, stavolta, il consorte di mia cugina; quadrotti ripieni alla cernia, tipo agnolotti grandi e quadrati e ho assaggiato metà di un solo tortellino.
–Secondo: una fettina di pesce, ne ho mangiata metà; due gamberoni alla griglia e li ho mangiati; involtino di pesce spada alla silana, ovvero fettina di pesce spada arrotolato di una crema di funghi, noci e tanto formaggio, calorosissimo ma l’ho magiato, ahimè.
– Insalata: mista con pere e ananas e noci, ho mangiato quasi tutta l’insalata e l’ananas e uno spicchio di noce e ho lasciato le pere e il resto delle noci.
–Bibite: c’erano tre tipi di vino, spumante all’inizio e champagne alla fine oltre alla coca cola a richiesta, ma io ho bevuto solo acqua.
– Frutta a scelta: fragole, kiwi, melone ecc… e un’enorme fontana di cioccolata in cui intingerli. Non ho mangiato niente.
– Dolci a buffet: dai cannoli, ai bignè farciti con varie creme, ai dolci secchi alle mandorle, ai bicchierini con le mousse, a una scelta di tre gelati artiganali, qualche torta e crostata, e la torta di laurea con crema pasticcera e crema al cacao e panna. Non ho toccato niente.
Ecco, avrò messo su un sacco di calorie, ma poteva andare peggio, sinceramente.
Peccato che, davvero, non sono dimagrita molto, avevo i rotolini ieri, una cosa orrida e anche il viso e di braccia, sono veramente disgustosa e non vedo cosa possa piacere di me a Odisseo. Vado alla cieca, un salto nel vuoto che mi attende dopo.
Nonostante mi fossi coricata piangendo alle due di notte, alle 5.30 ero in piedi. Finalmente il sole, e finalmente caldo. I papaveri stanno crescendo anche sulla spiaggia e quando arrivano margherite, bocche di leone e papaveri, la primavera è arrivata.
Non fosse che me la sono vista proprio brutta.
Visto che il lungomare è impraticabile perchè già alle 6.00, ormai, il sole ti trapana gli occhi, ho scelto anfratti secondari della zoona costiera del paese, dove i pini marittimi, i nespoli con le loro grandi foglie, i pruni e le palme, ammorbidiscono i raggi del sole. Spuntano per lo più dagli enormi giardini delle ville vuote, occupate solo d’estate o al massimo durante le feste, è probabile che tra oggi e domani si riempia qualcuna di quelle villone.
A un certo punto ho avuto la pessima impressione di essere seguita. Scricchiolii, nuca che prude, rami spezzati, bisbigli e urla di vario genere che si rimbeccavano gli uccelli usciti d’improvviso col sole, e che rimbombava nel silenzio dell 6.00. Mi sono convinta che fosse mia impressione, fin quando non sento il rumore di una bottiglia di vetro rotolare sull’asfalto e una risata. Cerco di uscire da quell’intrico di vie e case senza anima viva per decine di metri e vedo due tipi, dalla pelle mulatta, con felpe e cappelli calati, svoltare l’angolo e allungare il passo. Credo di aver avuto davvero paura, perchè ho iniziato a pensare al peggio e a come cavarmela in caso fosse successo il peggio e quelli avevano intanto cominciato a fischiare e dirmi di stare insieme a loro e a fare apprezzamenti sul mio culo. Ho corso un po’ di più, ma ero spompata e loro hanno accelerato. Non avrei resistito a lungo, allora ho girato per la mia via preferita che conosco a memoria (un giorni racconterò perchè), che porta al lungomare ed è isolata e mi sono abbassata dietro una cunetta di terra smossa per la costrizione di qualcosa. Se mi avessero trovata lì, non ci sarebbe stata via di fuga, ma ero stanca e che io sapessi c’erano solo stradine lì intorno, la strada principale era vicina ma non così tanto da guadagnarla correndo. Quelli sono passati dritti verso il lungomare e io sono scappata e sono tornata sulla strada. Che poi magari mi sono solo spaventata e non sarebbe successo niente, avevo incontrato altre ragazze e signore che correvano quanche parallela prima, ma ho avuto comunque paura.
Nonostante ciò e nonostante il mal di tette da arrivo ciclo (correre col mal di tette da ciclo è impossibile), sono riuscita a fare i miei buoni 40 minuti, intervallati stavolta da qualche minuto il più visto l’inconveniente, ma li ho fatti: due step da 15 minuti e uno da 10.
Non credo abbia riassorbito tutte le calorie di ieri, ma tant’è. Correrò solo per i prossimi due o tre giorni comunque, gli ultimi 4 giorni prima di Odisseo no, potrei fare qualche lunga camminata, ma corsa no. E calerò il ritmo: domani resta sostenuto, ma soli 30 o 35 minuti; sabato sui 30 o 25 minuti e se esco la domenica di Pasqua faccio 20 minuti, ma vedo se riesco a farli continui, ultimo sforzo e poi basta, tanto questa ciccia non la levo.
Ho scritto così tanto che è tardissimo, e ora sono davvero nei guai per raggiungere il centro commerciale e portare pc e comprare vestiti per Odisseo, diamine… e in più sono passati due parenti -perchè qui quando è festa è un via vai di parenti tra il primo e 500esimo grado e trovano sempre me, of course- e hanno lasciato una gallina di ceramica impacchettata con cioccolatini dentro, credo, una colomba e un’enorme cuzzupa, quella biscottata non morbida, la mia preferita, cosparsa di glassa e intrecciata, che nel latte a colazione è un canto celestiale, che non posso non farvi vedere (peccato solo che non sia quella decorata con le uova sode che è più scenica, ma accontentatevi). C’è il riflesso della luce sulla carta decorativa e il nastro della decorazione impiccia, ma insomma, si capisce. E sì quelle a decorazione sono ancora nepitelle, ma queste non mi piacciono, sono con una pasta dura e con una marmellata d’uva e miele e fichi secchi.
E ora, saluto il mio caro blog che mi mancherà come fosse un’estensione di me stessa, e saluto chiunque passi e mi legga, ringraziando ancora una volta chi finora mi ha dato tanto e augurando a tutti voi, conoscenti o no, una bella, cioccolatosa, serena, PIENA DI FILM CHE ROMPANO LE REGOLE IDIOTE, divertente e piena d’amore (se avete la fortuna di avere amore nella vostra vita), Pasqua.
Obi Wan